Il Cratere di Euphronios (VI secolo a.C.), Euphronios
Il 24 dicembre raccontiamo la lunga e avventurosa storia del Cratere di Euphronios, un capolavoro del VI secolo a.C. considerato uno dei più importanti vasi a figure rosse dell’intera produzione greca. Trafugato clandestinamente dalla necropoli etrusca di Cerveteri negli anni ’70, il cratere prese la via del mercato nero internazionale, finendo alla fine nella collezione del Metropolitan Museum of Art di New York, dove rimase esposto per anni, nonostante i numerosi dubbi sulla sua provenienza.
Realizzato dal celebre vasaio e pittore Euphronios, il cratere raffigura sulla parte anteriore la morte di Sarpedonte, sorretto dalle personificazioni di Sonno e Morte, mentre il dio Ermes assiste alla scena. Sul retro, scene di palestra con giovani atleti testimoniano la grande abilità figurativa dell’artista e la raffinatezza tecnica dell’epoca. L’opera è databile agli ultimi anni del VI secolo a.C. e si distingue per la straordinaria precisione anatomica e l’uso sapiente della linea di rilievo nel disegno a figure rosse.
Il capolavoro finì in mani italiane, poi svizzere, e infine raggiunse New York grazie a false certificazioni, passando per mercanti d’arte disposti a rischiare pur di vendere un oggetto di tale valore. Nel 2006, dopo decenni di negoziati e pressioni internazionali, la proprietà del reperto fu finalmente restituita all’Italia. Nel gennaio 2008, il cratere tornò in patria, accolto come un simbolo della lotta contro gli scavi clandestini e il commercio illecito di beni culturali. Dopo un breve periodo espositivo in varie città italiane e ad Atene, nel 2009 fu collocato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Nel 2015, in occasione del decennale del riconoscimento UNESCO della Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, il cratere è stato trasferito definitivamente al Museo Archeologico Nazionale di Cerveteri, tornando nel luogo di origine.
La vicenda del Cratere di Euphronios è un potente esempio di come la perseveranza delle autorità italiane abbia portato alla restituzione di un’opera inestimabile. Rimane un monito sulla fragilità del nostro patrimonio archeologico, spesso preda degli scavi clandestini e degli intrecci del mercato nero, ma anche una testimonianza concreta di come la determinazione possa riparare, almeno in parte, le ferite inferte dalla dispersione e dal saccheggio.
On December 24, we recount the long and eventful journey of the Euphronios Krater, a 6th-century BCE masterpiece often hailed as one of the greatest red-figure vases in Greek art history. Illicitly excavated from the Etruscan necropolis of Cerveteri in the 1970s, the krater soon entered the international black market, ultimately ending up in the Metropolitan Museum of Art in New York, where it remained on view for years amid mounting questions about its provenance.
Created by the renowned potter and painter Euphronios, the krater’s front side depicts the death of Sarpedon, carried by the personifications of Sleep and Death under the watchful eye of Hermes. On the reverse, scenes of young athletes training in a palestra showcase the artist’s exceptional skill in rendering anatomical details and the innovative use of raised relief lines in the red-figure technique. Dated to the late 6th century BCE, it stands out for its precise drawing and masterful composition.
After changing hands in Italy, Switzerland, and eventually the United States—through false certifications and high-stakes dealings—the krater was sold to the Metropolitan Museum. In 2006, following decades of negotiations and international pressure, the vase’s ownership was finally restored to Italy. In January 2008, the krater returned to its homeland, a potent symbol of the fight against looting and illicit antiquities trade. After brief exhibitions in various Italian cities and in Athens, it was placed in the National Etruscan Museum of Villa Giulia in Rome in 2009. In 2015, to mark the 10th anniversary of UNESCO’s recognition of the Banditaccia Necropolis at Cerveteri, the Euphronios Krater was permanently transferred to the Cerveteri National Archaeological Museum, bringing it back to the site of its origins.
The Euphronios Krater’s odyssey stands as a cautionary tale about the vulnerability of archaeological heritage to looting and black-market forces, but also a testament to the persistence of Italian authorities. Its eventual repatriation underscores the power of determination and international cooperation to heal, at least partially, the wounds inflicted by theft and dispersion.