Stele Funeraria di Satornila (II secolo d.C.), Zeugma

Il 22 dicembre celebriamo il ritorno in Turchia della stele funeraria di Satornila, un’opera straordinaria del II secolo d.C. trafugata dall’antica città di Zeugma e restituita dalle autorità italiane. La stele, considerata dagli archeologi di eccezionale valore storico e artistico, è stata accolta con una cerimonia al Gaziantep Zeugma Mosaic Museum, dove rappresenta un importante simbolo della cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio culturale.

Fonte: Carabinieri via AP

La stele, scolpita in un blocco di calcare tipico della regione di Gaziantep, presenta una nicchia arcuata con il busto di una donna nobile. La figura indossa un chitone, simbolo del tradizionale abbigliamento nuziale romano. Con la mano destra si tocca il cuore tenendo il velo, mentre nella mano sinistra stringe un fuso. Alla base è incisa un’iscrizione in greco antico: “Satornila, la moglie che ama suo marito, addio”. Questo dettaglio conferisce un toccante tributo alla storia della città e alle sue tradizioni funerarie.

L’opera fu trafugata illegalmente e successivamente acquistata in Francia. Giunse in Italia, a Firenze, dove il proprietario presentò una richiesta fraudolenta di certificato temporaneo per l’esportazione, sostenendo che la stele avesse origine italiana. Grazie alla vigilanza dell’Ufficio Esportazioni di Firenze e alle indagini condotte dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, si scoprì la reale provenienza della stele.

Attraverso un’analisi meticolosa dell’iconografia, dello stile, dei materiali e delle tracce di terreno, condotta in collaborazione con il Ministero della Cultura turco, gli archeologi di Zeugma e Interpol, fu confermata la sua origine da Zeugma. La restituzione è stata formalizzata con la consegna all’ambasciatore turco in Italia e celebrata come un esempio emblematico di giustizia culturale.

Zeugma, fondata intorno al 300 a.C. da un generale di Alessandro Magno e successivamente integrata nell’Impero Romano, è un sito di straordinaria importanza archeologica. La stele funeraria di Satornila, datata all’epoca antonina, rappresenta un’importante testimonianza del ruolo delle famiglie locali che adottarono nomi latini dopo essere divenute cittadini romani. Il suo ritorno arricchisce la comprensione della storia e dell’identità culturale della città.

Questa restituzione non è solo un atto di giustizia storica, ma anche un esempio di collaborazione internazionale nella lotta al traffico illecito di beni culturali.


On December 22, we celebrate the return of the funerary stele of Satornila, a remarkable 2nd-century artifact looted from the ancient city of Zeugma and returned by Italian authorities to Turkey. The stele, deemed of extraordinary historical and artistic value by archaeologists, was welcomed in a ceremony at the Gaziantep Zeugma Mosaic Museum, symbolizing international cooperation in protecting cultural heritage.

Carved from a block of limestone native to the Gaziantep region, the stele features an arched niche with the bust of a noblewoman. She is depicted wearing a chiton, the traditional attire of a Roman bride, with her right hand over her heart holding her veil and her left hand grasping a spindle. An inscription in ancient Greek at the base reads: “Satornila, the wife who loves her husband, goodbye.” This poignant dedication highlights the funerary customs and personal histories of ancient Zeugma.

The stele was illegally excavated and later purchased in France. It eventually made its way to Florence, Italy, where the owner filed a fraudulent request for a temporary export certificate, claiming the artifact originated in Italy. Thanks to the vigilance of the Florence Export Office and investigations by the Carabinieri for the Protection of Cultural Heritage, the stele’s true origins were uncovered.

Through meticulous analysis of its iconography, style, materials, and soil traces—conducted in collaboration with the Turkish Ministry of Culture, Zeugma archaeologists, and Interpol—it was confirmed that the stele originated in Zeugma. The artifact was formally handed over to the Turkish ambassador to Italy and celebrated as a triumph of cultural justice.

Zeugma, founded around 300 B.C. by one of Alexander the Great’s generals and later incorporated into the Roman Empire, is a site of extraordinary archaeological significance. The funerary stele of Satornila, dated to the Antonine period, sheds light on the lives of local families who adopted Latin names after becoming Roman citizens. Its return deepens our understanding of the cultural and historical identity of the ancient city.

This restitution is not only an act of historical justice but also a testament to international collaboration in combating the illicit trafficking of cultural artifacts.