Bronzetto Etrusco di Ercole
l 18 dicembre raccontiamo la toccante storia del ritorno della statuina in bronzo di Ercole, un prezioso manufatto archeologico che ha viaggiato lontano per 66 anni prima di ritrovare la strada di casa. Questo piccolo bronzetto, restituito al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, è il simbolo di un percorso straordinario che attraversa guerra, speranza e generosità.
Fonte: (c) Maurizio Pellegrini
Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, il comandante di una nave mercantile americana, impegnata nel trasporto di viveri e medicinali per le forze alleate e per la popolazione stremata dall’occupazione tedesca, incontrò un uomo anziano che, in cambio di medicine per la nipote malata, propose uno scambio: una piccola statua in bronzo raffigurante Ercole. Il comandante tentò di convincere l’uomo a tenere l’oggetto, ma questi, irremovibile, lo affidò al marinaio con l’unica condizione di lasciarlo in un luogo sicuro.
La statuina di Ercole sfuggì miracolosamente a un attacco aereo durante il viaggio del mercantile e arrivò negli Stati Uniti, dove nel 1948 il comandante lasciò la marina e si trasferì con la sua famiglia tra Nebraska, New York e infine in Florida. La statuina viaggiò con loro, diventando un prezioso oggetto di ricordo, esposto con orgoglio nella loro libreria.
Decenni dopo, nel 1986, i coniugi Sharon e John Harding videro per la prima volta il bronzetto nella libreria dei loro vicini. Affascinati, iniziarono a indagare sulla sua storia, scoprendo il suo valore culturale e il suo luogo di origine. Nell’estate del 2009, durante una vacanza in Italia, decisero di realizzare il desiderio dei loro vicini di restituire la statuina a un museo italiano. La statuina tornò così a casa, dove appartiene, al Museo di Villa Giulia, con una lettera piena di emozione:
“Ora il bronzetto raffigurante Ercole è tornato a casa in Italia, da dove proviene. Ha vissuto molte avventure e ha viaggiato lontano per 66 anni. È ammirato da tutti, ma soprattutto speriamo che i bambini italiani, eredi di un meraviglioso patrimonio culturale e artistico, lo apprezzino e lo mostrino ai loro figli con immenso orgoglio.”
Questa storia straordinaria ci ricorda come l’arte sia un ponte tra passato e presente, capace di unire persone e generazioni attraverso la memoria e l’amore per la cultura.
On December 18, we recount the touching story of the bronze statuette of Hercules, a precious archaeological artifact that traveled far for 66 years before finally returning home. This small bronze, restored to the National Etruscan Museum of Villa Giulia in Rome, symbolizes a remarkable journey through war, hope, and generosity.
In 1943, during World War II, the commander of an American merchant ship, tasked with delivering food and medicine to Allied forces and war-stricken civilians, encountered an elderly man. In exchange for medicine to save his sick granddaughter, the man offered the small bronze statue of Hercules. The commander tried to convince the man to keep the object, but the elderly man insisted on entrusting the statue to him, asking only that it be left in a safe place.
The statuette miraculously survived an aerial attack on the merchant ship and arrived in the United States. By 1948, the commander had retired from the Navy and settled with his family, moving across Nebraska, New York, and eventually Florida. The Hercules statue traveled with them, becoming a cherished object proudly displayed in their library.
Decades later, in 1986, Sharon and John Harding first noticed the statuette in their neighbors’ library. Intrigued, they began to uncover its cultural significance and its rightful home. In the summer of 2009, during a trip to Italy, they fulfilled their neighbors’ wish to return the statue to an Italian museum. The statuette was finally brought back to its homeland, accompanied by a heartfelt letter:
“And now the little bronze statue of Hercules has come home to Italy where it belongs. He has had many adventures and has traveled far in 66 years since it left its country of origin. It is to be admired and enjoyed by everyone who sees it at the museum; but most especially we hope that the children of Italy, who have such a wonderful heritage of culture and art from their forefathers, will appreciate it and show it to their children with great pride.”
This extraordinary story reminds us how art serves as a bridge between the past and present, uniting people and generations through memory and love for cultural heritage.